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Gesti di
amore gratuito...

“La Chiesa, Madre di tutti i suoi
figli, soprattutto infermi, ricorda che i gesti di dono gratuito,
come quelli del Buon Samaritano, sono la via più credibile di
evangelizzazione”. Così Papa Francesco apre il Messaggio per la 27a
Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà in modo solenne a
Calcutta, in India, l’11 febbraio pv, sul tema «Gratuitamente avete
ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). “Di fronte alla cultura
dello scarto e dell’indifferenza – scrive Francesco – mi preme
affermare che il “dono” va posto come il paradigma in grado di
sfidare l’individualismo e la frammentazione sociale contemporanea,
per muovere nuovi legami e varie forme di cooperazione umana tra
popoli e culture”. “In questa circostanza della celebrazione solenne
in India, voglio ricordare con gioia e ammirazione la figura di
Santa Madre Teresa di Calcutta, un modello di carità che ha reso
visibile l’amore di Dio per i poveri e i malati.
Come affermavo in occasione della sua
canonizzazione, «Madre Teresa, in tutta la sua esistenza, è stata
generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti
disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana,
quella non nata e quella abbandonata e scartata. Si è chinata sulle
persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade,
riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la
sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe
dinanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi. La
misericordia è stata per lei il “sale” che dava sapore a ogni sua
opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano
più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza. La
sua missione nelle periferie delle città e nelle periferie
esistenziali permane ai nostri giorni come testimonianza eloquente
della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri» (Omelia, 4
settembre 2016). “Santa Madre Teresa – aggiunge il Papa – ci aiuta a
capire che l’unico criterio di azione dev’essere l’amore gratuito
verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, etnia o religione.
Il suo esempio continua a guidarci nell’aprire orizzonti di gioia e
di speranza per l’umanità bisognosa di comprensione e di tenerezza,
soprattutto per quanti soffrono”. “Ringrazio e incoraggio – afferma
ancora il Santo Padre – tutte le associazioni di volontariato che si
occupano di trasporto e soccorso dei pazienti, quelle che provvedono
alle donazioni di sangue, di tessuti e organi.
Uno speciale ambito in cui la vostra
presenza esprime l’attenzione della Chiesa è quello della tutela dei
diritti dei malati, soprattutto di quanti sono affetti da patologie
che richiedono cure speciali, senza dimenticare il campo della
sensibilizzazione e della prevenzione”. L’ultima raccomandazione di
Francesco è per le istituzioni sanitarie cattoliche affinché –
scrive – promuovano la cultura della gratuità e del dono,
indispensabile per superare la cultura del profitto e dello scarto.
Le istituzioni sanitarie cattoliche non dovrebbero cadere
nell’aziendalismo, ma salvaguardare la cura della persona più che il
guadagno. Sappiamo che la salute è relazionale, dipende
dall’interazione con gli altri e ha bisogno di fiducia, amicizia e
solidarietà, è un bene che può essere goduto “in pieno” solo se
condiviso. La gioia del dono gratuito è l’indicatore di salute del
cristiano.